lunedì 31 gennaio 2011

Vallanzasca


Titolo: Vallanzasca - Gli angeli del male
Regia: Michele Placido
Durata: 125'
Anno: 2010
Interpreti:


Trama: 1985. Renato Vallanzasca, 35 anni, è rinchiuso in una cella di isolamento nel braccio di rigore della casa circondariale di Ariano Irpino. La sua propensione per il crimine si era rivelata sin da bambino quando, a nove anni, con la sua piccola banda aveva liberato una tigre da un circo. Così piccolo, aveva già la stoffa del leader e gli altri ragazzini, Enzo, Giorgio e Antonella, la "sorellina" venuta da Napoli, pendevano dalle sue labbra. Quella prima ragazzata gli aprì le porte del carcere minorile segnando la sua strada per sempre. Una volta uscito, dai piccoli furti nel quartiere passò in rapida escalation alle rapine, ai sequestri di persona, agli omicidi fino a diventare "il boss della Comasina".



Accompagnati dalle solite inutili polemiche italiane, è uscito nelle sale "Vallanzasca" la nuova fatica del discusso Michele Placido. Dopo il deludente "Il grande sogno", apologia del '68, il regista italiano torna su temi e atmosfere a lui più consone, quelle di "Romanzo criminale", ad oggi il suo film più riuscito.
Ma come nel film suddetto, anche questa volta il motore trainante è la prova corale di attori e, soprattutto, la loro qualità. Se Kim Rossi Stuart è alla sua ennesima conferma di bravura, Filippo Timi conferma il suo processo di maturazione, speriamo solo che sappia trovare la strada e i film giusti per progredire ulteriormente.
Ritmo serrato con anima hollywoodiana, Placido gira con stile (anche furbo) e bravura senza cascare nella trappola del ridicolo involontario volendo scopiazzare il cinema di genere. L'anima del film è neutra con le dovute licenze cinematografico/romanzesche, e la storia non si avvale di giudizi riguardo al personaggio Vallanzasca. Possiamo tranquillizzare tutte quelle persone che sulla fiducia hanno o vogliono seguire il consiglio di una classe politica che continua a giudicare film senza neanche vederli. Insomma andando dietro alle loro idee non si sarebbero girati capolavori quali "Scarface" di De Palma, o i vari Scorsese, "Nemico pubblico" di Mann, il francese "Nemico pubblico n°1".
Il cinema è cinema, si racconatno storie vere o presunte, fantasiose, ma ogni film deve essere giudicato per quel che è, per quello che trasmette il resto sono solo chiacchiere da bar. Vallanzasca è un bel film, punto. Non è un capolavoro ma il suo sporco lavoro lo svolge egregiamente e questo, per me, basta e avanza.




La battuta: "Non sono cattivo, ho solo il lato oscuro un pò pronunciato"




Il film è:

Voti:
35mm: 3 / 5
CinemaDelSilenzio: 6,5
Cinematografo: 2 / 5
FilmTV: 4 / 5
IMDB: 7,1
MoviePlayer: 6,8
MyMovies: 2,67 / 5
Spietati: 6,1
MIO: 6,5

lunedì 24 gennaio 2011

Incendies


Titolo Originale: Incendies
Titolo Italiano: La donna che canta
Regia: Denis Villeneuve
Anno: 2009
Durata: 130'
Interpreti:



Trama: Quando il notaio Lebel, legge a Jeanne e Simon Marwan il testamento della loro madre Nawal, i gemelli restano scioccati nel vedersi porgere due buste, una destinata ad un padre che credevano morto e l'altra ad un fratello di cui ignoravano l'esistenza. Jeanne vede in questo lascito enigmatico, la chiave del silenzio di Nawal, chiusa in un mutismo inesplicabile durante le ultime settimane precedenti la sua morte. Decide di partire subito per il Medio Oriente per riesumare il passato di questa famiglia di cui non sa quasi nulla. Simon, per quanto lo riguarda, non ha bisogno dei capricci postumi di quella madre che è sempre stata lontana e avara di affetto, ma il suo amore per la sorella lo spingerà presto a unirsi a Jeanne per setacciare insieme la terra dei loro antenati sulle tracce di una Nawal ben lontana dalla madre che conoscevano. Spalleggiati dal notaio Lebel, i gemelli risalgono il filo della storia di colei che ha dato loro la vita, scoprendo un destino tragico marchiato a fuoco dalla guerra e dall'odio e il coraggio di una donna eccezionale.



Non è facile per me parlare di questo film in quanto, avendolo visto a Parigi ed in lingua originale (francese, che non padroneggio del tutto, più arabo sottotitolato), non mi ha permesso di seguire tutti i dialoghi. Quelli fondamentali di Jeanne durante il suo viaggio in Medio-Oriente li ho seguiti tutti, manca qualche passaggio del fratello a colloquio con il notaio ma a grandi linee, capendo lo sviluppo del racconto, ho intuito il resto.
Devo dire fin da subito che non conosco Denis Villeneuve ma avendo sentito parlare bene di un altro suo film Polytechnique, con curiosità mi sono avvicinato all'idea di visionare "Incendies" e, rientrando appena sabato sera in Italia, sono sicuro che difficilmente lo troverò ancora in sala. Perché? Perché l'Italia non è fatta per questi film, a noi non piace vedere i film che ti possono far pensare, che ti costringono a riflettere, a capire, noi siamo il Paese delle sale riempite dai film scemi e inutili, dai cinepanettoni. Faccio questa piccola digressione perché è doverosa. Nel cinema che lo proiettava, c'erano 23 sale; ebbene tutte avevano un film diverso, in Italia non succede, se hai 12 sale troverai al massimo 4 o 5 scelte, più qualcuna relegata ad orari impossibili.
Ma torniamo al film che è ben più importante. Villeneuve trasforma in cinema una pièce teatrale di Wajidi Mouawad, un dramma familiare sullo sfondo della guerra del Libano dal 1975 al 1990. Siamo nel 2009 quando Nawal Marwan muore. Alla lettura del testamento, i due figli gemelli (Jeanne e Simon) si ritrovano con 4 lettere, due per loro che dovranno però essere aperte una volta consegnate altre due lettere, una al padre che credevano morto, e una ad un fratello sconosciuto ad essi. Simon recalcitrante all'idea di inseguire due sconosciuti, non accompagna la sorella in Medio Oriente. Nel suo viaggio Jeanne ripercorrerà tutta la strada e la storia della madre, tra segreti, violenze ed orrori di guerra, l'epilogo sarà tragico nella sua complessità.
Diciamo subito "Incendies" è un film bellissimo e duro capaci di immagini e sequenze forti ma doverose, un lungometraggio potente che difficilmente si potrà dimenticare. Le violenze, sia fisiche che psicologiche, a cui è sottoposta la protagonista, sono inequivocabili ma il regista sceglie quasi sempre il fuori campo e si sa che l'immaginazione è ben più evocativa di un'immagine reale.
Il montaggio alternato tra le 3 storie, rende magnificamente la complessità dell'intreccio risultando, attraverso il percorso di Jeanne, quasi lineare, un percorso univoco che porterà la ragazza a scoprire i segreti del passato oscuro della madre. Perché nascondere l'esistenza del padre e del fratello?
Tra violenze ed orrori i muri di omertà cadranno scoprendo un segreto tragico con l'arrivo di Simon convintosi dell'impossibilità di sottrarsi a tale destino di conoscenza.
Il film è stato presentato alla settima edizione delle Giornate degli autori a Venezia e poi a Toronto, ed è stato candidato agli oscar come Miglior Film Straniero (sapendo che noi abbiamo scelto il film di Virzì...).
Nota di demerito che toglie un pò di punti al film, il grossolano errore delle date. Nawal è nata nel 1949, dà alla nascita il primo figlio nel 1970. Se muore nel 2009 e i figli avranno al massimo 25 anni....


Il film è: Quasi Capolavoro.


Voti:
CinemaDelSilenzio: 7,75
Cinematografo: 4 / 5
Gli Spietati: 8
35mm: 3,5 / 5
IMDB: 8,3
MoviePlayer: 7,8
MyMovies: 2,83 / 5
MIO: 8

venerdì 21 gennaio 2011

Black Swan (visto a Parigi)



Titolo Originale: Black Swan
Titolo Italiano: Il Cigno Nero (perché gli italiani hanno bisogno della traduzione....)
Regia: Darren Aronofsky
Anno: 2010
Durata: 103'
Interpreti:




Trama: Nina è una ballerina del New York City Ballet che sogna da tutta la vita il ruolo della protagonista e un amore che la risvegli da un'adolescenza mai finita. Tra una madre frustrata, che la costringe a un allenamento estenuante, e l'esigente coreografo Thomas Leroy, che la mette a dura prova affidandole la controversa parte di Odette ne "Il lago dei cigni", la sua personalità rischia di sgretolarsi. Il suo lato oscuro offusca un equilibrio già fragile mentre le ossessioni le corrodono anima, e corpo.


Premessa: il film l'ho visto l'altro ieri sera a Parigi, nello storico cinema REX, voi purtroppo, dovrete aspettare febbraio...
Se "Inception" e "The Social Network" li ho visti e amati, se i critici considerano l'ultima fatica di Eastwood ("Hereafter") un capolavoro, allora "Black Swan" non è classificabile in nessuna classifica cinematografica dell'anno. Eh si, perché il sottoscritto lo considera un FOTTUTO capolavoro sotto tutti i punti di vista, registico, attoriale, fortografico ecc... Il cigno nero di Arofonosky si staglia leggiadro sopra qualsiasi film dell'anno passato, e solo i taglienti dialoghi di TSN riescono ad essergli superiori.
E allora è tutto perfetto? Quasi perché, per quanto mi riguarda, nessun film al mondo sarà mai perfetto, e nessuno potrà piacere a tutti. Arofonosky si staglia poi, in quella tabella dei registi che o si amano o si odiano e chi avrà visto qualche suo lavoro precedente, saprà cosa intendo.
Sicuramente alcuni "eccessi" virati all'horror faranno storcere il naso a più di qualcuno, ma il regista li controlla con mano esperta conoscendo con esattezza i limiti da non superare. Detto questo c'è da dire che alcune sequenze sono dure e di forte impatto emotivo per cui siete avvertiti.
Ma chi è questo cigno nero? Una MAGNIFICA Natalie Portman, un'attrice con la a maiuscola che impersona con una disinvoltura pazzesca il personaggio di Nina, una ballerina ossessionata dall'idea e dalla volontà di impersonare Odette la prima ballerina del balleto "Il Lago dei Cigni". Un ossessione legata al legame con la madre (un'inquietante Barbara Hersey) e la voglia di oltrepassare il muro di un'adolescenza mai sopita che la faccia diventare donna. Il percorso psicologico di Nina si mostra fin da subito difficile e con il tempo l'ossessione si trasformerà in rabbia, invidia, gelosia fino a scoppiare in un finale drammatico e affascinante. Nina si evolve sotto gli occhi della madre che finirà per chiederle "Che fine ha fatto la mia dolce bambina?" e ricevendo in risposta "Non c'è più".
Ma un quadro non sarebbe perfetto senza la cornice ed i particolari. E, se la cornice ce la mette Arofonosky, i particolari ce li mettono gli altri attori, da  un suadente e deciso Vincent Cassel, al deciso cammeo di Wynona Ryder.
Il cigno bianco imperfetto ammalia e il nero perfetto seduce, tutti e due volteggiano sul palco incantando con la loro potenza immaginifica e se la Portman recita la sua perfezione, noi valorizziamo l'imperfezione di un film pieno di idee e talento, cosa che, nel cinema di oggi, latita sempre di più a discapito di un mercato che fa dei soldi al botteghino la qualità di un film, ma anche in questo caso, per una volta, possiamo dire, almeno in America, che la sfida è vinta.


La battuta: Nina: I was perfect.


Il film è: Capolavoro

Voti:
IMDB: 8,6
MoviePlayer: 8,3
35mm: 4 / 5
Cinematografo: 3 / 5
MIO: 9

lunedì 3 gennaio 2011

RinTRONati


Titolo Originale: Tron Legacy
Titolo Italiano: Id.
Regia: Joseph Kosinski
Anno: 2010
Durata: 127'
Interpreti:
Jeff Bridges (Kevin Flynn/Clu)
Garrett Hedlund (Sean Flynn)
Olivia Wilde (Quorra)
Bruce Boxleitner (Alan Bradley)
James Frain (Jarvis)
Beau Garrett (Gem)
Michael Sheen (Castor/Zuse)



Trama: Sam Flynn, esperto di tecnologia e figlio ventisettenne di Kevin Flynn, indaga sulla scomparsa del padre e si trova sospinto nello stesso mondo di programmi killer e potenti videogame in cui il padre è vissuto per 25 anni. Insieme a una fedele confidente, padre e figlio s'imbarcano in un viaggio ai limiti della vita e della morte in un cyber universo estremamente avanzato e pericoloso.


Come recensire il mio ritorno al cinema 3d? Cominciando proprio dalla suddetta tecnologia. Premesso che il film è stato girato volutamente solo in parte in 3d, ovvero le sequenze all'interno del "gioco", questa è stata l'ennesima conferma di quanto questa tecnologia sia una fregatura per spennare gli spettatori. Il film non acquista niente di positivo anzi, si ha la sensazione che senza, non si sarebbe sentita la mancanza.
Ma andiamo all'essenza del film. La mia valutazione non terrà conto di eventuali confronti e/o rimandi al precedente "TRON" in quanto non l'ho mai visto accuratamente.
Da dove iniziare? Il film è valido? Diciamo di sì, non vi farà strappare i capelli dalla gioia ma si lascia comunque guardare. A tratti risulta lento e alcune lungaggini possono portare lo spettatore a chiedersi che ora sia e quanto manchi all'epilogo, il che, essendo un film d'azione e fantascenza, non pone certo a suo favore.  Nonostante tutto mi sento di salvarlo e posso dire che una visione (al cinema naturalmente) la merita.
Gli effetti speciali sono all'altezza e Kosinsky, essendo un esordiente, se la cava discretamente, le scene d'azione sono ben girate anche se, come detto in precedenza, la noia ogni tanto traspare.
Per quanto riguarda il reparto attoriale, se Olivia Wilde fa la sua bella figura (in tutti i sensi...) e Jeff Bridges troneggia come sempre, anche sul suo alter ego digitale ringiovanito, non mi sento di dire lo stesso per Garrett Hedlund che ho trovato un pò scialbo.


La battuta: Sam Flynn: What am I supposed to do?
Siren Jem: Survive.


Il film è:


Voti:
MyMovies: 3,82 / 5
IMDB: 7,4
Movieplayer: 7
GliSpietati: 7
35mm: 3 / 5
CinemaDelSilenzio: 5,5
FilmTV: 3 / 5
MIO: 6

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